VARIABILITA’ DELLA
FREQUENZA CARDIACA
Prendendo spunto dall'articolo del post precedente ho deciso
di iniziare a parlare di variabilità
della frequenza cardiaca.
Per cominciare credo sia necessario fare un po' di teoria e
mettere alcuni punti fermi, se no finisce che non ci si capisce.
La Variabilità della
Frequenza Cardiaca (conosciuta anche come HRV=Heart Rate Variability) è la naturale variazione nel tempo che
intercorre tra un battito del cuore ed il successivo. Questa è la definizione
difficile. Cercherò di renderla in parole più semplici.
Forse non a tutti è noto che i battiti del cuore non sono
regolari come quelli ad esempio di un metronomo, infatti se noi abbiamo una
frequenza di 60 battiti al minuto, non significa che il cuore batte una volta
al secondo, ma che facendo la media (quella cosa per cui se siamo in due e io
mangio un pollo, ne abbiamo mangiato 1/2 a testa) nel minuto abbiamo 60
battiti. E' chiaro quindi che il tempo che passa tra un battito e l'altro è
differente (parliamo di millisecondi).
La variabilità della frequenza cardiaca non è altro che la
variazione di questo tempo tra un battito e l'altro.
Quindi per poterla analizzare, dobbiamo misurare in modo
molto accurato questo tempo (ribadisco che sono variazioni dell'ordine di
millisecondi).
Ma cosa intendiamo esattamente per battito?
Guardiamo la figura:
Ho ripreso l'immagine di un tracciato ECG
(elettrocardiogramma),i picchi più alti del segnale, quelli che sono
immediatamente riconoscibili, sono chiamati
PICCHI R. Tecnicamente con R si indica il picco del complesso QRS di
un'onda ECG (questa è la definizione precisa). Il picco R è quello normalmente
rilevato dai cardiofrequenzimetri per misurare la frequenza cardiaca.
Tornando alla variabilità, va quindi misurato il tempo che
passa tra un picco R e il successivo (per i più tecnici: utilizzando la modalità RR).
Adesso non mi soffermo troppo su quali strumenti siano più
adatti per effettuare queste misure, ci tornerò magari più avanti, mi preme
però sottolineare che non tutti i cardiofrequenzimetri sono sufficientemente
precisi per rilevare questa misura, in quanto la maggior parte non misurano in
modalità RR, ma si limitano a fare una media dei valori di frequenza cardiaca
ricevuti.
Chiarito che cos'è la Variabilità della Frequenza Cardiaca, ci
chiediamo: ma a cosa serve analizzarla?
Bè, tanto per cominciare è intuitivo che qualsiasi attività
svolta dal nostro corpo necessita di ossigeno e nutrienti da trasformare in
energia. Per trasportarli in ogni parte del nostro corpo, viene utilizzato il
sangue come veicolo. A sua volta il sangue viene pompato dal cuore. Più la
richiesta di energia è elevata, più il cuore deve pompare sangue. Ma come fa il
cuore a capire quando accelerare o rallentare?
A questo scopo provvede il sistema nervoso periferico, con
due 'sensori' diversi: il sistema SIMPATICO
che fa accelerare il battito cardiaco e il sistema
PARASIMPATICO, che lo fa rallentare.
Analizzare la variabilità serve a capire quali di questi due
sistemi sia al lavoro, cioè come il sistema simpatico e parasimpatico stiano
collaborando per regolare le funzioni fisiologiche del nostro corpo.
Infatti lo stato di questi sistemi ci dà indicazioni sulla
capacità e sul tipo di adattamento del nostro corpo ad uno stimolo esterno.
Questa capacità viene comunemente chiamata
REAZIONE DA STRESS.
L'adattamento, sia in senso positivo che negativo, dipende
dal grado di disturbo di questi meccanismi.
Proviamo a capire meglio con un esempio pratico: se svolgo una vità sregolata e molto
stressante l'analisi della variabilità mi segnalerà un'attivazione del sistema
simpatico (chiaramente effettuando un test fatto in determinate condizioni che
vedremo più avanti).
Se invece ho un buon stile di vita, tendenzialmente
regolare, vedrò che il sistema simpatico e parasimpatico sono in equilibrio (si
dice situazione di omeostasi).
Le modalità del test le vedremo più avanti.
A questo punto
possiamo cominciare a capire che l’HRV può darci preziose informazioni sullo
stato generale del nostro corpo in un dato momento.
Dopo tutte queste informazioni, forse è meglio fare un po'
di pausa.
Nel prossimo post cercherò di entrare un po' di più nel
merito dell'analisi vera e propria, parlando delle metodologie e cercando di
capire come ottenere informazioni corrette e utili.
Se avete dubbi, domande o consigli, lasciate pure un
commento. Cercherò nelle mie possibilità di rispondervi.
Ciao e alla prossima.
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