venerdì 29 novembre 2013

Variabilita della frequenza cardiaca parte 1


VARIABILITA’ DELLA FREQUENZA CARDIACA

Prendendo spunto dall'articolo del post precedente ho deciso di iniziare a parlare di variabilità della frequenza cardiaca.

Per cominciare credo sia necessario fare un po' di teoria e mettere alcuni punti fermi, se no finisce che non ci si capisce.

La Variabilità della Frequenza Cardiaca (conosciuta anche come HRV=Heart Rate Variability) è la naturale variazione nel tempo che intercorre tra un battito del cuore ed il successivo. Questa è la definizione difficile. Cercherò di renderla in parole più semplici.

Forse non a tutti è noto che i battiti del cuore non sono regolari come quelli ad esempio di un metronomo, infatti se noi abbiamo una frequenza di 60 battiti al minuto, non significa che il cuore batte una volta al secondo, ma che facendo la media (quella cosa per cui se siamo in due e io mangio un pollo, ne abbiamo mangiato 1/2 a testa) nel minuto abbiamo 60 battiti. E' chiaro quindi che il tempo che passa tra un battito e l'altro è differente (parliamo di millisecondi).

La variabilità della frequenza cardiaca non è altro che la variazione di questo tempo tra un battito e l'altro.

Quindi per poterla analizzare, dobbiamo misurare in modo molto accurato questo tempo (ribadisco che sono variazioni dell'ordine di millisecondi).

Ma cosa intendiamo esattamente per battito?

Guardiamo la figura:

 
 
 
 
 
 
Ho ripreso l'immagine di un tracciato ECG (elettrocardiogramma),i picchi più alti del segnale, quelli che sono immediatamente riconoscibili, sono chiamati  PICCHI R. Tecnicamente con R si indica il picco del complesso QRS di un'onda ECG (questa è la definizione precisa). Il picco R è quello normalmente rilevato dai cardiofrequenzimetri per misurare la frequenza cardiaca.

Tornando alla variabilità, va quindi misurato il tempo che passa tra un picco R e il successivo (per i più tecnici: utilizzando la modalità RR).

Adesso non mi soffermo troppo su quali strumenti siano più adatti per effettuare queste misure, ci tornerò magari più avanti, mi preme però sottolineare che non tutti i cardiofrequenzimetri sono sufficientemente precisi per rilevare questa misura, in quanto la maggior parte non misurano in modalità RR, ma si limitano a fare una media dei valori di frequenza cardiaca ricevuti.

Chiarito che cos'è la Variabilità della Frequenza Cardiaca, ci chiediamo: ma a cosa serve analizzarla?

Bè, tanto per cominciare è intuitivo che qualsiasi attività svolta dal nostro corpo necessita di ossigeno e nutrienti da trasformare in energia. Per trasportarli in ogni parte del nostro corpo, viene utilizzato il sangue come veicolo. A sua volta il sangue viene pompato dal cuore. Più la richiesta di energia è elevata, più il cuore deve pompare sangue. Ma come fa il cuore a capire quando accelerare o rallentare?

A questo scopo provvede il sistema nervoso periferico, con due 'sensori' diversi: il sistema SIMPATICO che fa accelerare il battito cardiaco e il sistema PARASIMPATICO, che lo fa rallentare.

Analizzare la variabilità serve a capire quali di questi due sistemi sia al lavoro, cioè come il sistema simpatico e parasimpatico stiano collaborando per regolare le funzioni fisiologiche del nostro corpo.

Infatti lo stato di questi sistemi ci dà indicazioni sulla capacità e sul tipo di adattamento del nostro corpo ad uno stimolo esterno. Questa capacità viene comunemente chiamata REAZIONE DA STRESS.

L'adattamento, sia in senso positivo che negativo, dipende dal grado di disturbo di questi meccanismi.

Proviamo a capire meglio con un esempio pratico: se svolgo una vità sregolata e molto stressante l'analisi della variabilità mi segnalerà un'attivazione del sistema simpatico (chiaramente effettuando un test fatto in determinate condizioni che vedremo più avanti).  

Se invece ho un buon stile di vita, tendenzialmente regolare, vedrò che il sistema simpatico e parasimpatico sono in equilibrio (si dice situazione di omeostasi).

Le modalità del test le vedremo più avanti.

 A questo punto possiamo cominciare a capire che l’HRV può darci preziose informazioni sullo stato generale del nostro corpo in un dato momento.

Dopo tutte queste informazioni, forse è meglio fare un po' di pausa.

Nel prossimo post cercherò di entrare un po' di più nel merito dell'analisi vera e propria, parlando delle metodologie e cercando di capire come ottenere informazioni corrette e utili.

Se avete dubbi, domande o consigli, lasciate pure un commento. Cercherò nelle mie possibilità di rispondervi.

Ciao e alla prossima.

Nel caso vogliate avere maggiori info sul minicardio, cardio frequenzimetro idoneao alla misura della frequenza cardiaca per l'analisi del HRV cliccate qui:

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